pero generale leclercPero Generale Leclerc
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Pero Generale Leclerc

19,80 €
Origine

Francia, da seme della Decana del Comizio.

L'albero

Vigore: elevato; buona affinità col cotogno. Por­tamento: mediamente eretto. Fioritura: tardiva, tra William e Decana del Comizio, buona e regola­re, anche sui rami giovani.

Impollinatori: Confe­rence, Decana del Comizio, William. Produttività: buona e regolare; subisce l'alternanza in caso di forte carica. Resistenza alle malattie: poco sensi­bile alla ticchiolatura.

Il frutto

Maturazione: semi tardiva, circa tre settimane dopo William. Calibro: da medio a molto grosso. Forma: piriforme, corta, globulosa, regolare. Buc­cia: fine, fondo giallo-verdastro quasi interamente coperta di sovraccolore bronzo chiaro. Polpa: fine, succosa, tenera, molto profumata, di sapore grade­vole. Conservazione: ottima fino a marzo. Ottima attitudine alle manipolazioni ed ai trasporti. Si adatta bene anche come frutto da industria (per sci­roppo).

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Vendita albero di Pero Generale Leclerc

Origine

Francia, da seme della Decana del Comizio.

L'albero

Vigore: elevato; buona affinità col cotogno. Por­tamento: mediamente eretto. Fioritura: tardiva, tra William e Decana del Comizio, buona e regola­re, anche sui rami giovani.

Impollinatori: Confe­rence, Decana del Comizio, William. Produttività: buona e regolare; subisce l'alternanza in caso di forte carica. Resistenza alle malattie: poco sensi­bile alla ticchiolatura.

Il frutto

Maturazione: semi tardiva, circa tre settimane dopo William. Calibro: da medio a molto grosso. Forma: piriforme, corta, globulosa, regolare. Buc­cia: fine, fondo giallo-verdastro quasi interamente coperta di sovraccolore bronzo chiaro. Polpa: fine, succosa, tenera, molto profumata, di sapore grade­vole. Conservazione: ottima fino a marzo. Ottima attitudine alle manipolazioni ed ai trasporti. Si adatta bene anche come frutto da industria (per sci­roppo).

Considerazioni

Per le sue caratteristiche agronomiche, la qualità dei suoi frutti (bellezza e qualità gustative) e le sue capacità di conservazione, 

si prevede che questa cultivar si estenderà nelle nuove piantagioni di pero. Si adatta bene alle diverse condizioni climatiche.

Le esigenze nutrizionali del pero

Dipendono essenzialmente dal terreno, dalla produttività, dal portainnesto e dalla tecnica colturale. Il pero necessita di quantitativi minori come macroelementi (N,P,K) ma importanti quantità di sostanza organica, calcio e ferro rispetto agli altri fruttiferi.

L’azoto deve essere dato in autunno, dopo la raccolta, per circa 1/3 del totale al fine di favorire l’accumulo delle sostanze di riserva, le sole che la pianta utilizza fino all’allegagione , e la rimanente parte dopo la fioritura, frazionandola in 2-3 volte. Il fosforo viene assunto all’inizio del ciclo vegetativo e la disponibilità di questo elemento è legato al pH del terreno (valori ottimali 5,5-6,5).

Valori superiori o inferiori a quelli ottimali portano ad una rapida insolubilizzazione dell’elemento che diviene così inutilizzabile dalla pianta. Il bisogno di potassio durante la stagione vegetativa è inizialmente piuttosto basso, ma aumenta con la allegagione e la crescita dei frutti. L'esportazioni sono mediamente di 80-90 kg/ha e l’assimilazione è maggiore in condizioni di molta umidità.

Il calcio è l’elemento maggiormente consumato dalla pianta di pero, e deve essere somministrato entro le 5-6 settimane dopo la fioritura.
È probabilmente l’elemento più importante per la qualità della frutta, permettendone una conservazione prolungata. Il fabbisogno di magnesio è particolarmente elevato nei momenti di intensa crescita e il pero è, tra le piante da frutto, mediamente esigente di questo elemento.

L’assorbimento può essere negativamente influenzato da pH troppo basso e da eccessi di potassio. Il ferro è il microelemento per antonomasia del pero, in quanto una sua carenza può indurre il fenomeno della “clorosi”, che consiste in un ingiallimento più o meno pronunciato degli spazi internervali delle foglie apicali.

Questo fenomeno compare soprattutto nei suoli calcarei e nelle combinazioni d’innesto su cotogno. La ripresa vegetativa e la fioritura sono le fasi fondamentali per l’apporto di chelati di ferro per la cura della clorosi, che, se trascurata, può compromettere, nei casi più gravi, anche la produzione degli anni successivi.