L'uva Cardinal è una varietà da tavola molto buona.
Consederata una delle migliori e più comprovate uve precoci rosse.
Acino grosso, sferoidale, con buccia pruinosa di medio spessore, dal colore rosso violaceo non molto uniforme, polpa croccante, dolce gradevole a sapore neutro.
Ottenuta nel 1939 in California incrociando Flame Tokai x Alphonse Lavallée.
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Guida all'impianto di vigneto
Nel caso vi sia la necessità di reimpiantare rapidamente il vigneto
espiantato, senza attendere almeno
uno o due anni prima di procedere al
nuovo impianto e adibendo nel frattempo la superficie a prato o a coltura cerealicola, è buona norma cercare di allontanare la maggior quantità possibile di radici dal suolo.
Questo può essere ottenuto attraverso ripetuti passaggi con l’estirpatore o, meglio ancora, utilizzando al
momento dello spianto opportuni
attrezzi che lavorando sul filare
riescono a sterrare buona parte dell’apparato radicale. Questa operazione è importante in quanto le radici
possono essere sede d’ospiti fungini
(rosellinia, fusarium verticillium
ecc.), di virus che si trasmettono
tramite nematodi, d’essudati radicali (es. tossine) ed altro, tutti con
azione deprimente lo sviluppo dei
futuri apparati radicali e di conseguenza delle giovani piante.
Sempre nel caso del ristoppio (pronto reimpianto del vigneto), ha dato
buoni risultati irrorare la vegetazione immediatamente dopo la vendemmia, con una soluzione al 1-2%
di glifosate attendendo almeno 2-3
mesi prima dello spianto. L’erbicida
sistemico ha una buona capacità di
devitalizzare le radici e i nematodi.
Ad ogni modo, è fondamentale perlomeno cambiare il portainnesto
(non utilizzando il 420A, particolarmente sensibile alla stanchezza del
terreno) ed evitare che i filari cadano esattamente nella stessa posizione dei precedenti.
L’impianto a seguire subito dopo lo
spianto è meglio tollerato nei suoli
molto sciolti e ricchi di scheletro,
nei quali l’accumulo delle sostanze
nocive è inferiore.
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Preparazione del Terreno
Qualora si debba procedere a dei
livellamenti o a delle sistemazioni
più consistenti, è importante evitare di sconvolgere la naturale successione degli orizzonti, per non ridurre drasticamente la fertilità agronomica, chimica e biologica del suolo.
È quindi buona norma operare prima
lo “scortico” e, una volta eseguiti i
lavori di sistemazione, ridistribuire
uniformemente il suolo, per evitare
stentati avvii di vegetazione e lenti
sviluppi, tali a volte da richiedere
costosi interventi agronomici di
sostegno e pesanti sacrifici produttivi e qualitativi.
Una volta sistemata la superficie in
modo definitivo, devono essere evitate lavorazioni profonde, tipo il tradizionale scasso a 80-100 cm, che
inevitabilmente riporterebbe in
superficie terreno poco evoluto e
poco fertile. È invece da preferire
una ripuntatura a 100 cm di profondità, eseguita ogni 2-3 m ed in
modo ortogonale (in pratica, a croce) seguita, nel caso vi sia da interrare della sostanza organica, da
un’aratura superficiale (40 cm) o da
una zappettatura; altrimenti può
esser sufficiente, soprattutto nei
terreni di medio impasto, far seguire
alla ripuntatura una erpicatura. Ciò
consentirà di conservare il più possibile l’autenticità del suolo con tutti
i suoi vantaggi.
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Analisi chimico fisica del suolo
È di fondamentale supporto per ottimizzare la scelta del portainnesto e
per la verifica del livello e del reciproco equilibrio tra gli elementi
minerali (ad es. il rapporto tra Magnesio e Potassio, espresso in
meq/100 g, deve corrispondere a
valori prossimi a 5).
Prima di procedere alla sistemazione
definitiva del suolo (aratura ed erpicatura), distribuire gli elementi fertilizzanti necessari e poco mobili
tipo Potassio, Fosforo e Magnesio.
In presenza di un terreno omogeneo, è sufficiente far eseguire una
determinazione chimica per ogni
ettaro di superficie, prelevando il
campione secondo lo schema sottostante ed interessando una profondità compresa tra 5 e 40 cm circa.
In presenza di terreno povero di sostanza organica o intensamente
rimaneggiato, è sempre consigliabile l’apporto di letame maturo (dalle
40 t/ha alle 100 t/ha nei casi di
maggior necessità).