Criteri e scelte per realizzare l'oliveto

Trovare un modo semplice per illustrare i criteri e le scelte tecnico-agronomiche per realizza­re un oliveto non e' facile.

Si tratta, evidentemente, di trovare soluzioni tecniche non sempre semplici e non generaliz­zabili poiché spesso non sono in grado di risolvere, in modo univoco e definitivo, i diversi problemi legati alle particolari condizioni in cui si trova ciascun olivicoltore quando deve rea­lizzare un nuovo impianto.

Evidentemente l'imprenditore per effettuare le scelte dovra' valutare le dimensioni azienda­li, la pendenza dei campi, la possibilità di meccanizzare le diverse operazioni colturali, la di­sponibilita' di manodopera e/o la possibilita' di reperire forze lavoro con caratteristiche di professionalita' ben definite, quindi conoscere i fattori ambientali della zona per i riflessi che possono avere sulla scelta delle pratiche agronomiche da applicare all'oliveto.

Ogni operazione colturale risulta comunque vincolata al sistema di raccolta che sara' scelto.

E' evidente infatti che, a seconda delle situazioni, il sistema di raccolta puo' essere razionale sia quando e' effettuato in modo tradizionale (a mano), sia quando vengono utilizzate le mac­chine. In quest'ultimo caso, essendo costante il tempo di intervento sulla pianta, il rendimen­to della macchina sara' condizionato dalle caratteristiche della cultivar (portamento, dimensioni delle drupe, modello di maturazione, ecc.) e dalla entita' del prodotto pendente. Optando per la raccolta meccanica l'obiettivo principale sarà quindi di realizzare unita' produttive efficienti ed adatte all'azione del mezzo meccanico; viceversa, nel caso di raccolta eseguita a mano, con l'ausilio di reti e di scale, e' preferibile mantenere le produzioni ad altezza piu' ridotta.

Nella scelta della forma di allevamento l'aspetto piu' importante e' rappresentato dalla ne­cessita' di anticipare l'entrata in produzione degli alberi potando le piantine il meno possibile. Il fattore comune e' rappresentato dalla consapevolezza che, per fornire un reddito, l'olivo non ha bisogno di essere castigato con tagli energici; la pianta, infatti, messa in condizioni adeguate, produce presto e generosamente. Tra le numerose forme di allevamento disponibi­li, il monocono, il vaso ed il cespuglio, per le loro caratteristiche strutturali e di adattamento, sembrano essere oggi le piu' proponibili. Si tratta di forme che possono esprimere la loro mas­sima potenzialita' solo in ambienti e situazioni agronomiche ben definite.

La distanza di impianto e' legata alla prevista durata economica dell'oliveto, al livello di mec­canizzazione ed alla potenzialita' agronomica dell'ambiènte. E' evidente comunque, che per agevolare gli interventi meccanici, soprattutto durante la raccolta, sono necessarie distanze di impianto relativamente piu' ampie.

La richiesta di oli con caratteristiche organolettiche, nutrizionali elo commerciali ben defini­te, ha rivalutato la funzione della cultivar come elemento che concorre, in modo strategico, alla qualificazione delle produzioni olivicole.

Di fatto, la cultivar rappresenta una scelta importante che deve anche scaturire da una valu­tazione molto ampia. I più recenti indirizzi tecnici indicano infatti che, per i nuovi impianti, occorre puntare decisamente su cultivar idonee alla produzione di particolari oli o di frutti che soddisfino le richieste dell'industria di trasformazione (olive da tavola), evitando di continuare a ragionare in termini di opportunita' e limitando, per motivi facilmente comprensibili, la dif­fusione delle cultivar a duplice attitudine.

E' quindi evidente, che non possono esistere formule o soluzioni tecniche in grado di risol­vere, in modo univoco e definitivo, i complessi problemi legati alla eterogenea struttura olivi-cola italiana e che, per mantenere il posto privilegiato che occupiamo nel settore degli oli, e' necessario operare scelte coraggiose ed impiegare tecnologie sempre piu' innovative. Solo in­fatti una completa visione delle conoscenze scientifiche disponibili possono meglio aiutare a rendere questa coltura remunerativa e competitiva, sempre pronta a rispondere ai molteplici aspetti colturali, sociali, ambientali ed economici che ad essa sono legati.