Coltivazione del Noce

Tecnica Colturale

Il noce non è una specie rustica adatta a qualsiasi situazione marginale, ma un'alternativa alle coltivazioni agrarie su suoli di buona fertilità. Predilige terreni profondi, permeabili, a tessitura media o moderatamente fina, freschi e fertili, aventi pH compreso tra 5,5 ed 8 e con un modesto contenuto di calcare attivo (possibilmente inferiore al 5%). E' una pianta che teme l'aridità ed i ristagni di acqua. Le condizioni climatiche ideali prevedono precipitazioni medie annue non inferiori a 800-900 mm, ben distribuite nelle diverse stagioni, unite a temperature medie annue comprese tra 10 e 17°C, con minime assolute possibilmente non inferiori a -15°C. Devono essere evitate le zone esposte a gelate primaverili tardive ed anche le condizioni in cui sia favorita la precocità della ripresa vegetativa. Non sopporta le nebbie, oltre il freddo ed il caldo eccessivi. Un andamento climatico molto umido, unito a repentini abbassamenti della temperatura, può nuocere alla fioritura. Nella arboricoltura da legno è importante valutare la rispondenza tra le condizioni climatiche della stazione di impianto e quelle ambientali di origine del postime forestale, la cui provenienza deve essere sempre certificata dal vivaista sulla base del D.lgs. 386/2003 e delle normative regionali collegate alla direttiva 1999/105/CE. Le diverse cultivar utilizzate nella nocicoltura da frutto presentano una variabilità ben conosciuta nei confronti della resistenza al freddo e, soprattutto, della suscettibilità alle gelate tardive. Per tali motivi è quanto mai opportuno, prima di procedere alla scelta varietale, conoscere a fondo le caratteristiche della stazione di impianto per scegliere le cultivar più adatte allo scopo. Anche per tali piantagioni, come già detto per quelle da arboricoltura da legno, è importante disporre della certificazione di provenienza del seme con cui è stato prodotto il portainnesto, al fine di valutarne la compatibilità con le condizioni pedologiche ed ambientali del luogo di impianto. La preparazione del terreno deve essere adattata ai diversi tipi di suolo in cui si interviene, tenendo comunque presente che i risultati migliori si ottengono con lavorazioni che ne migliorino la compattezza fino in profondità e che favoriscano lo sgrondo delle acque in eccesso. L'apporto di sostanza organica all'impianto, soprattutto se in quantità consistenti, risulta determinante per un pronto sviluppo delle piante nei primi anni dopo la messa a dimora.

tecniche colturali del noce

Nella nocicoltura specializzata da frutto la densità varia dalle 250 fino ad un massimo di 400 piante per ettaro, corrispondenti queste ultime, di norma, ad un sesto di impianto di m 7,00 x 3,50. Nel decidere le distanze tra pianta e pianta è importante tener conto delle dimensioni delle macchine e delle attrezzature che si andranno ad impiegare negli interventi colturali successivi all'impianto: lavorazioni interfila, potature, trattamenti fitosanitari, scuotimento e raccolta dei frutti.
Frutti. Nella arboricoltura da legno la tendenza in atto privilegia gli impianti costituiti da una o più specie principali con l'aggiunta di piante accessorie arboree e/o arbustive dove il noce raggiunge al massimo la densità di 200 piante/Ha. Molto importante è la progettazione iniziale dell'impianto con una appropriata dislocazione delle piante all'interno della consociazione. La presenza ben calibrata di piante di più specie, infatti, oltre a creare un ambiente dove il noce risulta essere meno soggetto alle varie patologie tipiche della specie, favorisce lo sviluppo in altezza della pianta principale e ne limita, in dimensione e quantità, la presenza dei rami e dei relativi nodi sulla parte utile del tronco destinata a legname da opera. I sesti di impianto devono tener conto sia della fertilità del suolo, sia degli spazi utili al passaggio, nelle interfile, dei mezzi meccanici che si andranno ad utilizzare per le cure colturali e per il futuro esbosco. Negli impianti di noce da legno è doveroso impiegare solamente materiale vivaistico di elevata qualità, tale da garantire che tutte le piante messe a dimora possano fornire tronchi diritti, omogenei e senza difetti, da destinare soprattutto alle trancerie. Quest'ultimo è infatti l'utilizzo che attualmente assicura, di gran lunga, la migliore remunerazione rispetto agli altri sbocchi di mercato. La massima omogeneità dei tronchi di noce, da destinare all'industria, può essere facilmente ottenuta utilizzando piante prodotte per innesto con cultivar selezionate da legno od a duplice attitudine frutto/legno. Un tale prodotto, dotato degli elevati standard di qualità richiesti oggi soprattutto dall'industria del mobile, può essere ceduto direttamente agli utilizzatori finali, evitando così i numerosi passaggi commerciali degli intermediari che provvedono alla selezione, per classi di qualità, dei tronchi provenienti dalle piante prodotte per seme.

PREPARAZIONE DEL TERRENO

SCASSO A BUCHE Quando si tratta di mettere a dimora poche piante su superfici modeste può essere effettuato lo scavo di buche di 60-70 cm. di profondità e 70-80 cm. di larghezza sul terreno non dissodato. Sul fondo della buca si possono distribuire 15-25 kg. di buon letame maturo, 1,5 kg. di perfosfato minerale (titolo 19-21) e 0,5 kg. di solfato potassico (titolo 50-52). Il tutto va poi ricoperto con uno strato di almeno 20-25 cm. di terreno fine in modo da impedire il contatto diretto dei concimi con l’apparato radicale delle giovani piante.

SCASSO TOTALE DEL TERRENO L’aratura del terreno ad una profondità di 60-70 cm. garantisce un’ottima partenza al giovane noceto e, dove è applicabile, è la migliore soluzione agronomica. A titolo orientativo generale, prima dell’aratura è consigliabile distribuire 100-150 quintali di letame bovino maturo per giornata piemontese (250-400 q.li ad ettaro), 1-1,2 quintali di solfato potassico (2,5-3 q.li/ha), 22,4 q.li di perfosfato minerale (5-6 q.li / ha). I concimi vanno interrati in profondità con l’aratura a cui seguiranno i lavori superficiali di erpicatura.

DISTANZE D’IMPIANTO Le distanze d’impianto del noceto possono variare a seconda di diversi fattori: • Varietà impiegata • Forma di allevamento adottata (impalcatura bassa o alta) • Tipologia di produzione: legno e frutto o solo frutto • Fertilità del suolo e disponibilità irrigua • Altitudine ed giacitura del terreno • Impiego di attrezzature per la meccanizzazione delle operazioni colturali.

E’ consigliabile evitare gli errori più comuni all’atto dell’impianto : • La riduzione soggettiva delle distanze d’impianto e l’assenza delle varietà impollinatrici (si tradurranno entrambe in scarsa produzione di frutti); • L’eccessiva profondità d’impianto : bastano 5-10 cm. di terra fina per coprire le radici ; • la distribuzione dei fertilizzanti (letame compreso) a contatto diretto con le radici; • se all’atto del trapianto il terreno è asciutto, qualunque sia la stagione (autunno o fine inverno), si deve provvedere urgentemente all’irrigazione localizzata.

FIORITURA ED IMPOLLINAZIONE La fioritura assume per il noce una particolare rilevanza pratica perché, pur avendo la maggioranza delle varietà un elevato grado di autofertilità, si manifesta spesso uno sfasamento temporale nella varietà stessa tra la fioritura maschile e quella femminile. In seguito a ciò, si rende indispensabile nei nuovi impianti la presenza di una varietà compatibile impollinatrice per garantire una buona e costante produzione della cultivar principale.

VARIETA’ IMPOLLINATORI:

FRANQUETTE: FERNOR , FERNETTE, HARTLEY
HARTLEY: FRANQUETTE
HOWARD: HARTLEY, CHANDLER: FRANQUETTE
PEDRO: HOWARD, CHANDLER
CHANDLER: HARTLEY, HOWARD, TULARE
COCCO: FRANQUETTE, CHANDLER 

POTATURA

Per quanto riguarda la potatura delle piante di noce, i tagli si rendono necessari a partire dai primi anni di coltivazione per garantire la corretta formazione della chioma . Nel caso di impianti a duplice attitudine, si consiglia di mantenere le prime impalcature laterali ad un’altezza minima di 3 / 3,5 metri dal suolo per favorire la formazione di un fusto diritto esente da nodi e per agevolare le operazioni colturali, dallo sfalcio dell’erba alla raccolta dei frutti. A tale scopo, nei primi anni d’impianto, si rende necessario il taglio all’ inserzione sul fusto principale di tutti i rami laterali inseriti al di sotto dei 3,5 / 4 metri di altezza lasciando un solo ramo più vigoroso e diritto come nuova cima. La gemma mista apicale presente sulla cima, se non subisce danni da gelo o traumatici, tende a svilupparsi in senso verticale emettendo annualmente palchi di rami laterali. Vedi figura (a).

• i tagli di potatura si possono effettuare durante la fase vegetativa precoce (fine giugno, San Giovanni) o, dopo la raccolta dei frutti, a partire dalla seconda metà di settembre. Si preferisce spesso la seconda opzione per limitare la fuoriuscita di linfa dai tagli molto intensa in seguito alla potatura primaverile nota come “pianto” del noce con conseguenti difficoltà di cicatrizzazione dei tagli e maggior rischio di infezioni micotiche . • sulle piante in fase di allevamento i rami laterali sviluppati lungo il tronco vanno cimati durante la fase vegetativa e quindi eliminati con taglio netto rasente il tronco a settembre. E’ importante che i tagli siano eseguiti senza lasciare scortecciamenti o monconi di ramo che, disseccando, potrebbero favorire l’ingresso del malattie del legno e la formazione di cicatrici anomale • qualsiasi taglio derivato da potatura o eventuale lesione naturale presente sulla pianta va immediatamente protetto da infezioni mediante l’uso di mastice da innesto.

Si ricorda la necessità di assicurare la giovane pianta in crescita ad un tutore robusto che possa garantire la crescita rettilinea del fusto e prevenga l’eventuale sbilanciamento della chioma e conseguenti fratture del legno a causa del vento o della neve. Nel caso di impianti ad elevata densità con varietà californiane, salvo necessità diverse, è consigliabile impostare la forma di allevamento a piramide libera con le prime impalcature all’altezza di 1-1,5 metro circa dal suolo. Si tende, con interventi volti a favorirne la miglior
disposizione spaziale, a formare 2-3 palchi di robuste branche fruttifere permanenti, a loro volta dotate di sottobranche il cui numero e disposizione vengono regolati a mezzo della potatura. All’impianto, si effettua il taglio a 120-130 cm. da terra della pianta innestata dalla quale svilupperanno 3 / 4 rami vigorosi che verranno cimati in estate. Con i successivi interventi di potatura si eliminano i rami laterali interni alla chioma ed eventuali rami esterni non utili che partono dal tronco principale. Il contenimento del vigore di crescita delle branche principali, necessario per regolare la produzione della parte basale della chioma, e la scelta delle sottobranche si attuano mediante la potatura invernale dei primi 4/5 anni, mentre con interventi di potatura verde nel mese di agosto si può favorire l’uniforme distribuzione della luce all’interno della chioma mediante l’eliminazione dei rami interni non fruttiferi (succhioni) .
Si ricorda che l’impollinazione è anemofila ( il polline è trasportato dal vento); i fiori femminili, infatti, sono poco appariscenti e, a differenza di quelli maschili, non sono visitati dagli insetti pronubi.Per tale ragione la distanza tra la varietà principale e le piante di varietà impollinatrici non deve superare i 15 metri .

 

CONCIMAZIONE

La pratica della concimazione deve essere adottata annualmente se si vogliono ottenere buoni risultati produttivi nel frutteto di noce. Della concimazione di fondo si è già detto a proposito della preparazione del terreno ; ecco alcuni suggerimenti su come affrontare la concimazione negli anni successivi al trapianto:

• Alla fine del 1° anno dall’impianto (dose per pianta per un raggio di m.1–1,5): da novembre a marzo Solfato ammonico gr. 200 Perfosfato minerale gr. 100 Solfato potassico gr. 50 Oppure, in alternativa alla precedente, da marzo ad aprile concime complesso 20 /10 / 10 gr. 400-500

• Alla fine del 2°-3°-4° anno (dose per pianta): la distribuzione verrà effettuata nei tre anni secondo una distanza crescente dal tronco di m. 1,5, m.2,5, m.3. da novembre a marzo Solfato ammonico gr. 300 Perfosfato minerale gr. 200 Solfato potassico gr. 100

Oppure, in alternativa alla precedente, da marzo ad aprile concime complesso 20 /10 / 10 gr. 600-700

Al 4° - 5° anno si può somministrare il concime co mplesso Nitrophoska Gold da aprile a maggio nella dose di 800-1000 gr. • Piante in piena produzione – 6° anno in poi (dose per pianta per un raggio di m.4): da novembre a marzo Solfato ammonico gr. 800 Perfosfato minerale gr. 1000 Solfato potassico gr. 500 Oppure, in alternativa alla precedente, da aprile a giugno concime complesso (tipo 15-9-15+2MgO) Kg. 2 – 3 La distribuzione dei fertilizzanti in periodo invernale o primaverile sono in alternativa l’una all’altra: non vanno eseguite entrambe.

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