vendita piante di mirtilli


Mirtillo: varietà a confronto

La coltivazione del mirtillo è stata introdotta in Trentino agli inizi degli anni Ottanta, e ha trovato nella
nostra Provincia parecchie zone adatte alle proprie necessità, soprattutto per quello che riguarda il suolo.
Il mirtillo infatti è molto esigente in quanto ha bisogno di terreni acidi, con pH compreso tra 4.5 e 5.5,
privi di calcare e dotati di una buona quantità di sostanza organica. Va ricordato inoltre che il mirtillo soffre molto
i ristagni idrici, ed è anche sensibile al freddo invernale, soprattutto nel caso di piante giovani
e di piante con legno poco maturo (nella maggior parte dei casi causato da tardive concimazioni azotate).

Le zone più vocate alla coltivazione del mirtillo sono: le zone ai piedi della catena del Lagorai
(Telve, Samone, Roncegno, ecc.), alcune frazioni del Perginese (Masi di Santa Caterina, S. Vito ecc.),
Valle dei Mocheni, Bosentino, Val di Cembra, e tutta la zona ai piedi dell’Adamello
(Val di Borzago, Val di Genova e Valle di Daone). La specie coltivata è il Vaccinium corymbosum,
di cui esistono diverse varietà; tra queste le più diffuse in Trentino sono:

Mirtillo Duke: pianta di medio vigore, con portamento eretto e non molto pollonifera.
La fioritura è precoce e l’epoca di raccolta medio-precoce; è autofertile.
Questa varietà è molto apprezzata dagli agricoltori in quanto in pochi passaggi si riesce a completare l’intera raccolta,

i frutti sono ben distribuiti nella parte esterna della chioma e la produttività è molto elevata.
Non ha problemi legati al freddo invernale, il difetto maggiore deriva dal fatto che i suoi frutti sono poco conservabili.

Mirtillo Brigitta: pianta di vigoria elevata, rapido accrescimento, portamento eretto, cespugliosa e molto pollonifera.
La fioritura è intermedia come l’epoca di raccolta, è autofertile, ma va eviden ziato tuttavia che,
a causa della bassa vitalità del polline, l’utilizzo di api e bombi porta parecchi benefici sull’allegagione,
specie in primavere particolarmente fredde o piovose. È questa la varietà in assoluto più coltivata in Trentino,
il frutto è molto buono e di ottima pezzatura, la produttività è elevata ed ha ottime caratteristiche di conservabilità.
Tra i principali difetti si nota una scarsa uniformità di maturazione (il frutto sembra maturo ma una volta staccato
presenta la zona del peduncolo molto rossa), la scarsa resistenza al freddo invernale (si sconsigliano impianti in
zone sopra i 700-800 metri di altitudine) e la forte vigoria che, se non viene controllata,
può dare svantaggi soprattutto per la mancanza di luce.

Mirtillo Elliot: pianta medio-vigorosa, con portamento eretto e con buona emissione di polloni.
La fioritura è medio-tardiva e l’epoca di raccolta tardiva, è anch’essa autofertile. È molto resistente per quanto
riguarda il freddo invernale e, grazie alla fioritura tardiva, non soffre i ritorni di freddo primaverili. Il frutto è di
media pezzatura con caratteristiche apprezzabili e buona conservabilità.

Mirtillo Ozarkblue: pianta mediamente vigorosa, con portamento non eretto ma con rami flessibili che non si sostengono,
anzi necessitano di una struttura di sostegno; ha la particolarità di avere uno scarso fabbisogno in ore freddo.
La fioritura è tardiva mentre la raccolta è medio-tardiva. È paragonabile a Brigitta per quello
che riguarda la scarsa resistenza al freddo. Il frutto è di buona qualità, di dimensioni elevate,
ed è abbastanza conservabile. Bluecrop: pianta vigorosa, con portamento eretto, lunghe ramificazioni e
mediamente pollonifera. La fioritura è intermedia così come la raccolta. È autofertile. È in assoluto la cultivar
più coltivata al mondo per la notevole adattabilità ambientale, l’elevata produttività e la pezzatura. È resistente
al freddo ma molto suscettibile agli stress idrici a causa del suo apparato radicale molto superficiale.

NUOVE VARIETÀ DI ALBERI DI MIRTILLI


Dal 2007 sono state introdotte tre nuove varietà di cui elenchiamo
le caratteristiche principali, ricordando però che non ci sono ancora dati indicativi per il nostro territorio,
in quanto gli impianti esistenti sono ancora troppo giovani (uno o al massimo due anni).

Drapper: questa varietà è figlia di Duke, è precoce e delle tre sembra la più conservabile. È simile a
Brigitta per quanto riguarda la produttività, non ha problemi di impollinazione. Come Duke ha il vantaggio
della raccolta concentrata in pochi stacchi (3, al massimo 4) tutti di buona qualità. I principali difetti che si
sono notati in Michigan sono: la leta partenza del germogliamento in primavera e la partenza solo
con fiori senza nemmeno una foglia; e il cambiamento precoce del colore dei frutti: infatti dopo il
viraggio servono ancora sei o sette giorni prima che la bacca arrivi al giusto grado di maturazione.
Varietà troppo giovane anche in America (4 anni) perciò necessita di ulteriori controlli e valutazioni.

Liberty: è la varietà intermedia delle tre, in Michigan matura circa sette giorni prima di Elliot. La produttività è elevata,
il frutto è grosso, croccante e qualitativamente buono; nei panel test segue sempre Brigitta.

Aurora: questa è invece la varietà più tardiva, in Michigan matura circa sette giorni dopo Elliot e rispetto a
questa varietà è poco migliorativa, se non per la qualità del frutto.

CONSIDERAZIONI
Sembra che queste tre varietà siano conservabili, anche se probabilmente per un periodo più breve rispetto
agli attuali tre mesi di Brigitta. Per poter capire in modo più preciso come si comportano Drapper, Liberty e Aurora
per quello che riguarda l’epoca di inizio maturazione e la durata della raccolta, viene di seguito riportato un grafico (figura 3)
con il confronto tra le nuove varietà e le tre di riferimento per la maturazione (Duke, Brigitta ed Elliot).

produzione varietà alberi di mirtilli

Vivai Spallacci Flavio