Preparazione del Terreno
Qualora si debba procedere a dei
livellamenti o a delle sistemazioni
più consistenti, è importante evitare di sconvolgere la naturale successione degli orizzonti, per non ridurre drasticamente la fertilità agronomica, chimica e biologica del suolo.
È quindi buona norma operare prima
lo “scortico” e, una volta eseguiti i
lavori di sistemazione, ridistribuire
uniformemente il suolo, per evitare
stentati avvii di vegetazione e lenti
sviluppi, tali a volte da richiedere
costosi interventi agronomici di
sostegno e pesanti sacrifici produttivi e qualitativi.
Una volta sistemata la superficie in
modo definitivo, devono essere evitate lavorazioni profonde, tipo il tradizionale scasso a 80-100 cm, che
inevitabilmente riporterebbe in
superficie terreno poco evoluto e
poco fertile. È invece da preferire
una ripuntatura a 100 cm di profondità, eseguita ogni 2-3 m ed in
modo ortogonale (in pratica, a croce) seguita, nel caso vi sia da interrare della sostanza organica, da
un’aratura superficiale (40 cm) o da
una zappettatura; altrimenti può
esser sufficiente, soprattutto nei
terreni di medio impasto, far seguire
alla ripuntatura una erpicatura. Ciò
consentirà di conservare il più possibile l’autenticità del suolo con tutti
i suoi vantaggi.