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PIANTE DA FRUTTO - VIVAI SPALLACCI - VENDITA ONLINE

piante da frutto vendita online

Ci sono molte piante da frutto diverse, ognuna con le proprie caratteristiche e peculiarità. Di seguito, una breve descrizione delle piante da frutto più comuni:

  1. Mela (Malus domestica): Le mele sono frutti croccanti con una vasta gamma di varietà, colori e sapori. Sono utilizzate per il consumo fresco, la produzione di sidro e la preparazione di dolci.

  2. Pera (Pyrus communis): Le pere sono frutti dolci e succulenti con polpa morbida. Vengono consumate crude o utilizzate nella produzione di conserve e marmellate.

  3. Pesca (Prunus persica): Le pesche sono frutti dal sapore dolce e succoso con polpa tenera. Vengono consumate fresche o utilizzate nella preparazione di marmellate e dolci.

  4. Albicocca (Prunus armeniaca): Le albicocche sono frutti arancioni con polpa dolce e aromatica. Sono spesso consumate fresche o usate nella produzione di marmellate e conserve.

  5. Ciliegia (Prunus avium): Le ciliegie sono frutti rossi o neri con polpa dolce. Possono essere consumate crude o utilizzate nella preparazione di dolci, come torte e gelati.

  6. Fragola (Fragaria x ananassa): Le fragole sono frutti rossi o bianchi molto profumati, spesso consumate fresche o utilizzate nella preparazione di gelati, marmellate e dolci.

  7. Ribes (Ribes spp.): I ribes includono varietà come ribes rosso e nero. Sono piccoli frutti usati per la preparazione di marmellate, sciroppi e dolci.

  8. Mandorla (Prunus dulcis): Le mandorle sono semi contenuti all'interno del frutto della mandorlaia. Vengono consumate crude, tostate o utilizzate nella produzione di dolci e paste.

  9. Nocciola (Corylus avellana): Le nocciole sono frutti contenuti all'interno di una piccola noce. Sono spesso tostate e consumate come snack o utilizzate in prodotti da forno.

  10. Fico (Ficus carica): I fichi sono frutti dolci e carnosi, spesso consumati freschi o utilizzati nella produzione di marmellate e dolci.

  11. Caco (Diospyros kaki): I cachi sono frutti dolci e astringenti, spesso consumati quando sono ben maturi. Possono essere mangiati freschi o utilizzati nella preparazione di dessert.

  12. Kiwi (Actinidia deliciosa): I kiwi sono frutti dal sapore dolce e leggermente acido, ricchi di vitamina C. Sono consumati freschi o utilizzati in frullati e macedonie.

  13. Limone (Citrus limon): I limoni sono agrumi acidi con polpa succosa. Sono utilizzati per il succo, la preparazione di cocktail e la cucina.

  14. Arancia (Citrus sinensis): Le arance sono agrumi dolci con polpa succosa. Vengono consumate fresche o spremute per il succo.

  15. Pompelmo (Citrus paradisi): I pompelmi sono agrumi dal sapore leggermente amaro. Possono essere consumati freschi o spremuti per il succo.

Questi sono solo alcuni esempi di piante da frutto. Ci sono molte altre varietà di frutti e piante fruttifere in tutto il mondo, ciascuna con le proprie caratteristiche uniche e utilizzi culinari.

frutta vivai spallacci

I trattamenti alle piante da frutto dipendono da vari fattori, tra cui il tipo di pianta, la stagione, le condizioni meteorologiche e la zona geografica in cui si trovano. Tuttavia, ci sono alcune linee guida generali per i trattamenti alle piante da frutto:

  1. Potatura: La potatura delle piante da frutto viene solitamente effettuata durante la stagione invernale, quando la pianta è in stato di riposo. Questo aiuta a rimuovere il legno morto, a favorire la crescita di nuovi rami e a mantenere la forma desiderata.

  2. Fertilizzazione: La fertilizzazione delle piante da frutto può avvenire più volte durante la stagione di crescita, ma spesso viene applicato un fertilizzante bilanciato all'inizio della primavera, prima che la pianta inizi a germogliare.

  3. Irrigazione: L'irrigazione delle piante da frutto dipende dalle esigenze specifiche della pianta e dalle condizioni locali. È importante mantenere il suolo umido ma non troppo saturato d'acqua.

  4. Trattamenti fitosanitari: La protezione dalle malattie e dagli insetti dannosi è essenziale per le piante da frutto. I trattamenti fitosanitari, come l'applicazione di fungicidi o insetticidi, devono essere programmati in base alle esigenze della pianta e alle condizioni ambientali. Solitamente, vengono applicati in primavera e in estate, seguendo le raccomandazioni del produttore o di un esperto agricolo.

  5. Messa a dimora: La piantumazione di nuove piante da frutto o l'innesto di nuove varietà avviene spesso in autunno o in primavera, a seconda della zona climatica e delle condizioni locali.

  6. Raccolta: La raccolta dei frutti avviene durante la stagione di maturazione specifica per ciascuna varietà di frutto. Questa stagione può variare notevolmente, ma solitamente si verifica in estate o in autunno.

  7. Tailoring: Alcune piante da frutto possono richiedere tailoring o rincalzi durante la stagione di crescita per proteggerle dagli elementi o per promuovere una crescita più sana.

le vitamine della frutta

È importante notare che queste linee guida sono generali e possono variare a seconda del tipo di pianta da frutto, della zona geografica e delle condizioni locali. È consigliabile consultare un esperto agricolo o giardiniere per ottenere informazioni specifiche sulle esigenze delle tue piante da frutto e sulla pianificazione dei trattamenti.

La frutta è una parte essenziale di una dieta equilibrata e offre numerosi benefici per la salute, grazie alla sua composizione nutrizionale ricca di vitamine, minerali, antiossidanti, fibre e altri nutrienti. Ecco alcuni dei principali benefici della frutta:

  1. Fornisce vitamine e minerali essenziali: Le diverse varietà di frutta forniscono una vasta gamma di vitamine e minerali importanti per il benessere umano. Ad esempio, le arance sono ricche di vitamina C, le banane forniscono potassio, mentre le mele contengono vitamina A, vitamina C e una serie di minerali.

  2. Ricca di antiossidanti: Molti frutti sono ricchi di antiossidanti, come flavonoidi e carotenoidi, che aiutano a combattere i danni causati dai radicali liberi nel corpo, riducendo il rischio di malattie croniche, tra cui il cancro e le malattie cardiache.

  3. Apporta fibre alimentari: Le fibre presenti nella frutta sono benefiche per la digestione e la salute intestinale. Aiutano a prevenire o alleviare la stitichezza, regolano il livello di zuccheri nel sangue e contribuiscono a mantenere un peso corporeo sano.

  4. Basso contenuto calorico: La maggior parte della frutta è a basso contenuto calorico, il che la rende un'opzione salutare per le persone che cercano di mantenere o perdere peso. Inoltre, fornisce una sensazione di sazietà grazie alle fibre, riducendo la tentazione di cibi ad alto contenuto calorico.

  5. Idratazione: Molta frutta ha un elevato contenuto di acqua, che contribuisce all'igiene e all'idratazione del corpo.

  6. Promuove la salute cardiaca: L'alto contenuto di potassio e fibre di alcune frutte può contribuire a ridurre la pressione sanguigna e il rischio di malattie cardiache.

  7. Supporta la salute della pelle: Alcuni frutti, come le arance e le fragole, contengono vitamina C, che è importante per la salute della pelle e la produzione di collagene.

  8. Salute del cervello: Gli antiossidanti presenti in alcune frutte, come i mirtilli, sono stati associati a una migliore salute cerebrale e alla riduzione del declino cognitivo legato all'età.

  9. Regola il transito intestinale: Le fibre della frutta aiutano a prevenire la stitichezza e migliorano la regolarità del transito intestinale.

  10. Sapore e versatilità: La frutta è deliziosa e può essere consumata in vari modi, dalla frutta fresca al succo, passando per le marmellate, i frullati e i dessert. Questa varietà la rende facile da includere nella dieta quotidiana.

È importante consumare una varietà di frutta per ottenere il massimo beneficio dalla loro diversità nutrizionale. Tieni presente che le esigenze nutrizionali individuali possono variare, quindi consulta un professionista della salute o un dietista per pianificare una dieta adeguata alle tue esigenze specifiche.

vendita piante di cachi

Come coltivare il Caco in agricoltura biologica

Il caco è una pianta da frutto che produce frutti noti per il loro sapore dolce e la consistenza simile a quella del gelatino. Ecco alcune informazioni sulla coltivazione della pianta di caco:

  1. Scelta del terreno: I cachi crescono meglio in terreni ben drenati e ricchi di sostanza organica. Assicurati che il terreno abbia un pH compreso tra 6 e 7.

  2. Posizionamento: Scegli un luogo soleggiato per piantare il caco. La pianta ha bisogno di molta luce solare per prosperare.

  3. Piantumazione: Pianta i cachi in primavera o in autunno. Scava un buco abbastanza grande da contenere le radici e posiziona la pianta in modo che sia a livello del terreno circostante. Spaziare le piante di caco a una distanza di circa 4-5 metri l'una dall'altra.

  4. Irrigazione: Mantieni il terreno costantemente umido, ma non allagato. I cachi richiedono un'irrigazione regolare, specialmente durante i periodi secchi.

  5. Fertilizzazione: Nutri le piante di caco con un fertilizzante bio equilibrato durante la stagione di crescita, solitamente in primavera e inizio estate.

  6. Potatura: La potatura può aiutare a mantenere la forma della pianta e a rimuovere i rami danneggiati o malati. Effettua la potatura in inverno o all'inizio della primavera.

  7. Protezione dai parassiti e dalle malattie: Monitora le piante per parassiti e malattie. Puoi utilizzare metodi di controllo biologico se necessario.

  8. Raccolta dei frutti: I cachi sono pronti per la raccolta quando diventano morbidi e assumono un colore arancione brillante. Solitamente, la raccolta avviene in autunno.

  9. Conservazione: I cachi sono molto delicati e possono ammaccarsi facilmente. Puoi conservarli a temperatura ambiente fino a quando sono maturi, poi refrigerarli per prolungare la freschezza.

Ricorda che le istruzioni esatte per la coltivazione dei cachi possono variare leggermente in base al clima e al tipo di caco che stai coltivando. Assicurati di fare ricerche specifiche sulla varietà di caco che hai scelto e sulle condizioni locali per ottenere i migliori risultati.

DENSITA’ DI IMPIANTO E FORME DI ALLEVAMENTO
Le forme di allevamento adottabili per il kaki sono essenzialmente due : il vaso ritardato e la palmetta mentre la forma a
piramide o a vaso alto che caratterizzano la coltura del kaki in tutta Italia va abbandonata per l’alto costo sia in
manodopera che in macchinari richiesti.

VASO BASSO: si deve intendere vaso ritardato o vaso basso; in ogni caso si parla di una pianta con quattro o cinque
branche che partono da 50-60 cm. da terra e consentono la gestione di tutte le operazioni da terra. Questa forma è
sicuramente da consigliare per il kaki come per molte altre speci da frutto in quanto è la forma che assicura una ottima
intercettazione della luce ed un ottima uniformità di maturazione della frutta. La formazione deve avvenire solamente
con l’utilizzo delle forbici per una economia di gestione senza dare troppa importanza alla estetica della forma.

PALMETTA
: la palmetta regolare rimane una forma valida per le aziende che siano dotate di manod’opera familiare,
che possiedono carri raccolta anche per altri tipi di frutta o dove si temano problemi di freddo e quindi la parte alta della
pianta può offrire maggiori possibilità di sfuggire alle gelate tardive.

alberi di kaki

 

Lavori all’impianto
Nel caso di nuovi impianti le prime operazioni da eseguire, solo se necessarie, sono lo spietramento e il
livellamento. Nelle aree collinari, dove sono elevati i rischi di erosione è importante la predisposizione di
un’adeguata sistemazione in funzione del tipo di gestione del suolo.
I lavori d’impianto propriamente detto iniziano con lo scasso, con un’aratura relativamente profonda (0,60-
0,80 m). Lo scasso classico con aratro rivoltatore può essere sostituito con un passaggio a croce di un ripper
(aratro ripuntatore) alla profondità di 70 - 100 cm, al fine di evitare di portare in profondità lo strato attivo
del terreno; successivamente è opportuno affinare il terreno, per una profondità di 35 – 45 cm, con
attrezzature meccaniche più leggere (es. erpice a dischi). Sia nel caso dello scasso che della ripuntatura
vanno eliminate con la massima cura le radici della coltura precedente.
L'epoca migliore per l’esecuzione dello scasso, soprattutto in terreni compatti, è l'estate, al massimo inizio
autunno. Con lo scasso si esegue la concimazione di fondo. Eseguito lo scasso devono essere preparati gli
appezzamenti. E’ preferibile, quando è possibile, mettere a dimora le piante in autunno inoltrato – inizio
inverno, perché diminuisce lo stress da trapianto. Quando il trapianto si esegue a fine inverno o in primavera,
può essere necessario irrigare le piantine in rapporto all'andamento stagionale.

I PRODOTTI PER L’AMMENDAMENTO E LA CONCIMAZIONE UTILIZZABILI PER IL KAKI
BIOLOGICO

AMMENDANTI:
- Letame bovino; rimane sempre il migliore ammendante che si possa trovare; è importante che sia ben maturo e che
contenga un adeguato contenuto di paglia affinché la sostanza organica sia stabile nel tempo


- Letame di fungaia: può essere una buona alternativa al letame bovino allorché questo sia di difficile reperibilità
oppure di costo eccessivo; deriva dalla dalle balle esauste della coltivazione dei funghi commestibili ed è composto
normalmente di letame di cavallo, pollina e paglia. Il costo è contenuto in quanto si paga, di norma, solo il trasporto in
azienda in quanto si tratta di materiale di scarto a costo zero; la reperibilità è buona nelle zone dove si coltivano i
funghi.


- Compost: è un prodotto che viene ottenuto dal compostaggio di sostanze organiche varie; in Italia iniziano a produrre
questo tipo di materiale diversi centri di compostaggio che utilizzano gli scarti del verde urbano (sfalci dell’erba, residui
di potature), gli scarti della lavorazione delle industrie agroalimentari (raspi e vinacce, sanse esauste delle olive, scarti
delle distillerie ecc.), sostanze organiche varie ottenute dalla raccolta differenziata della città ecc; queste sostanze,
purché siano opportunamente mescolate e con appropriate metodologia di compostaggio possono dare origine a prodotti
di grande interesse per l’agricoltura e per quella biologica in particolare.


Ammendanti commerciali: vengono citati solo per sconsigliarne l’uso in quanto le dosi consigliate normalmente (dai
10 ai 20 quintali) non hanno alcuno effetto ammendante (mentre la distribuzione di dosi adatte all’effetto ammendate
(oltre i 100 quintali) ne rendono proibitivo il costo. Al massimo possono venire usati al momento dell’impianto e,
quindi, in modo localizzato per favorire l’attecchimento delle piante


CONCIMI:

- Pollina: è il più utilizzato prodotto azotato in frutticoltura; presenta di norma un contenuto di azoto variabile dal 3% al
4% e questo azoto è a pronta cessione quindi rapidamente utilizzabile dalle piante. Si consigliano le polline compostate
anzichè quelle disidratate o essiccate in quanto hanno meno effetto fitotossico per le radici ed una liberazione di azoto
un po' più lenta e quindi più assorbibile dalla pianta. Possiede anche un buon contenuto in fosforo.


- Sangue secco: è un ottimo concime azotato ma dal costo proibitivo almeno in frutticoltura; un eventuale impiego
potrebbe essere possibile in fertirrigazione con impianti microirrigui a patto che si riesca a superare il problema della
non perfetta solubilità e, quindi, la compatibilità con l’impianto irriguo stesso.


- Ammendanti commerciali: a dispetto del nome possono venire utilizzati come concimi a patto che vengano
localizzati nella zona interessata dalle radici e che questa venga lavorata; infatti di norma posseggono un C/N piuttosto
basso che li rende estremamente mineralizzabili in condizioni di arieggiamento e di umidità del terreno.

CONCIMAZIONE DI IMPIANTO

- Sostanza organica: la concimazione di impianto del pereto prevede in primo luogo un arricchimento del suolo stesso
di sostanza organica e vanno usati gli ammendanti sopra citati al momento della preparazione del terreno; è molto
importante sottolineare che fin dal primo anno le lavorazioni del terreno vanno limitate per non perdere la stragrande
maggioranza dell’humus che apportiamo. Può essere opportuno dividere i quantitativi da somministrare all’impianto in
due momenti: il primo prima dell’aratura che, tuttavia, non deve essere più profonda di 35-40 cm. per portare la s.o. in
profondità e la seconda prima della sminuzzatura finale (interramento nei primi 20 cm.) oppure alla fine del primo anno
di vegetazione. E’ di estrema importanza mantenere il più coperto possibile il terreno (inerbimento o sovescio) al fine di
minimizzare la mineralizzazione e la conseguente perdita di humus.


- Fosforo e Potassio: l’apporto di fosforo e potassio va stabilito in base all’analisi terreno ma va detto che di norma i
terreni italiani sono molto ricchi e quindi non abbisognano di questi elementi; è opportuno ricordare che l’analisi indica
il contenuto di questi elementi in forma solubile e questa è fortemente condizionata dal contenuto di sostanza organica:
se il contenuto aumenta aumenterà di conseguenza anche la dotazione di K e P solubili. In ogni caso nei terreni che lo
richiedono si può apportare (previa autorizzazione dell’organismo di controllo) di :
6 q.li /ha.solfato di potassio
6-10/q.li /ha perfosfato minerale oppure 5-6 q.li 7ha. di perfosfato triplo.


CONCIMAZIONE DI PRODUZIONE
Premesso che il kaki non è pianta particolarmente esigente in fatto di elementi nutritivi, negli impianti in produzione
possono essere opportuni i seguenti apporti:
Compost 40-60 q.li /ha. per mantenere il livello di humus nel suolo;
Pollina compostata 10-12 q.li /ha per eventuali apporti azotati che si rendessero necessari.

Difesa fitosanitaria
Cocciniglia a stella:

Ceroplastes rusci e Ceroplastes japonicus

ceroplastes rusci

Ciclo biologico:
Il Ceroplastes rusci compie 1-2 generazioni e sverna come neanide di terza età mentre C. japonicus svolge 1
sola generazione con svernamento allo stato di femmina fecondata. L’ovodeposizione comincia in aprile-maggio
e si prolunga per tutto giugno. Le neanidi nascono inmaggio e da agosto in poi. In autunno migrano sui
rametti per svernare.

Danni:
gli adulti e le neanidi infestano rametti, foglie e frutti. Con la loro azione trofica possono provocare deperimenti vegetativi.
La melata prodotta imbratta la vegetazione e, soprattutto, i frutti su cui si sviluppano abbondanti fumaggini.

Difesa fitosanitaria:
intervenire prima di rottura gemme e possibilmente dopo la potatura con olio bianco.
 

Cotonello: Pseudococcus viburni

Il Pseudococcus viburni, comunemente noto come il cocciniglia della vite, è un parassita comune che può danneggiare le piante da frutto, tra cui la vite. Ecco alcune strategie di difesa biologica che puoi adottare per gestire il problema delle cocciniglie della vite in modo ecologico:

  1. Predatori naturali: Encouraga i predatori naturali delle cocciniglie, come coccinelle, crisope, e parassitoidi. Questi insetti si nutrono delle cocciniglie e possono aiutare a mantenere la loro popolazione sotto controllo.

  2. Insetti parassitoidi: Alcuni insetti parassitoidi, come Anagyrus pseudococci e Leptomastix dactylopii, si nutrono delle cocciniglie e possono essere utilizzati come agenti di controllo biologico.

  3. Oli neem e sapone insetticida: Gli oli neem e i saponi insetticidi sono trattamenti biologici che possono essere utilizzati per soffocare le cocciniglie adulte. Assicurati di seguire le istruzioni del produttore.

  4. Controllo delle formiche: Le formiche possono proteggere le cocciniglie dalle predazioni naturali. Pertanto, il controllo delle formiche intorno alle tue piante può contribuire a ridurre la presenza delle cocciniglie.

  5. Trappole cromotropiche: Queste trappole utilizzano colori attraenti per catturare le cocciniglie maschili e ridurre la loro popolazione.

  6. Potatura: La potatura regolare delle parti delle piante infestate può contribuire a ridurre la presenza delle cocciniglie.

  7. Monitoraggio costante: Ispeziona regolarmente le tue piante per individuare tempestivamente la presenza di cocciniglie. Più presto intervieni, migliori saranno i risultati.

  8. Rotazione delle colture: Se possibile, pratica la rotazione delle colture per interrompere il ciclo di vita delle cocciniglie e ridurne l'infestazione nel lungo termine.

  9. Consulenza professionale: In caso di infestazioni gravi o persistenti, potrebbe essere utile rivolgersi a un esperto agricolo o a un entomologo per consigli specifici sulla gestione delle cocciniglie.

Le strategie di difesa biologica sono solitamente più sicure per l'ambiente e meno dannose per gli organismi non bersaglio rispetto agli insetticidi chimici. Tuttavia, è importante seguire attentamente le istruzioni e adottare un approccio olistico alla gestione delle cocciniglie per ottenere i migliori risultati.


La Ceratitis capitata, nota anche come la mosca della frutta del Mediterraneo o mosca dell'olivo, è un parassita delle piante da frutto che può causare gravi danni alle colture. Per gestire questa infestazione in modo ecologico, puoi adottare diverse strategie di difesa biologica:

  1. Trappole a feromoni: Utilizza trappole a feromoni specifici per la Ceratitis capitata per catturare le mosche maschili e ridurre la loro capacità di accoppiamento. Questo può aiutare a ridurre la popolazione.

  2. Insetti sterili: L'uso di maschi sterili irradiati è una tecnica di controllo biologico che può essere efficace. Gli insetti sterili vengono rilasciati nell'ambiente per competere con gli insetti selvatici nella ricerca di partner, riducendo così la capacità riproduttiva della popolazione di mosche.

  3. Nematodi entomopatogeni: Alcuni nematodi entomopatogeni possono infettare le larve della mosca della frutta nel terreno. Questa è un'opzione biologica per il controllo delle larve.

  4. Pesciolini d'argento: Alcuni pesciolini d'argento, come il Metaphycus helvolus, sono parassitoidi delle larve della Ceratitis capitata. Possono essere utilizzati per controllare la popolazione di mosche.

  5. Coltivazione di piante ospiti alternative: Riduci la disponibilità di piante ospiti per le mosche piantando altre specie di piante in modo che le mosche non possano riprodursi facilmente.

  6. Raccolta tempestiva dei frutti caduti: Raccogli tempestivamente i frutti caduti per evitare che le larve delle mosche si sviluppino nel terreno circostante.

  7. Monitoraggio costante: Controlla regolarmente le tue colture per individuare tempestivamente la presenza delle mosche e adotta misure preventive o correttive quando necessario.

  8. Consulenza professionale: In caso di infestazioni gravi, è consigliabile consultare un esperto agricolo o un entomologo per ricevere consigli specifici sulla gestione della Ceratitis capitata.

La gestione della Ceratitis capitata può essere complessa, ma utilizzando una combinazione di strategie di difesa biologica è possibile ridurre l'impatto di questa mosca delle frutta sulle colture in modo sostenibile ed ecologico.

 

 

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Nelle prossime puntate, andremo inoltre a scoprire le pratiche agronomiche necessarie per curare al meglio i vostri alberi. 

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In questo video vi spieghiamo brevemente come mettere a dimora una pianta di vite in vaso.

Stanchezza del terreno

Nel caso vi sia la necessità di reimpiantare rapidamente il vigneto espiantato, senza attendere almeno uno o due anni prima di procedere al nuovo impianto e adibendo nel frattempo la superficie a prato o a coltura cerealicola, è buona norma cercare di allontanare la maggior quantità possibile di radici dal suolo. Questo può essere ottenuto attraverso ripetuti passaggi con l’estirpatore o, meglio ancora, utilizzando al momento dello spianto opportuni attrezzi che lavorando sul filare riescono a sterrare buona parte dell’apparato radicale. Questa operazione è importante in quanto le radici possono essere sede d’ospiti fungini (rosellinia, fusarium verticillium ecc.), di virus che si trasmettono tramite nematodi, d’essudati radicali (es. tossine) ed altro, tutti con azione deprimente lo sviluppo dei futuri apparati radicali e di conseguenza delle giovani piante. Sempre nel caso del ristoppio (pronto reimpianto del vigneto), ha dato buoni risultati irrorare la vegetazione immediatamente dopo la vendemmia, con una soluzione al 1-2% di glifosate attendendo almeno 2-3 mesi prima dello spianto. L’erbicida sistemico ha una buona capacità di devitalizzare le radici e i nematodi. Ad ogni modo, è fondamentale perlomeno cambiare il portainnesto (non utilizzando il 420A, particolarmente sensibile alla stanchezza del terreno) ed evitare che i filari cadano esattamente nella stessa posizione dei precedenti. L’impianto a seguire subito dopo lo spianto è meglio tollerato nei suoli molto sciolti e ricchi di scheletro, nei quali l’accumulo delle sostanze nocive è inferiore.

Preparazione del terreno

Qualora si debba procedere a dei livellamenti o a delle sistemazioni più consistenti, è importante evitare di sconvolgere la naturale successione degli orizzonti, per non ridurre drasticamente la fertilità agronomica, chimica e biologica del suolo. È quindi buona norma operare prima lo “scortico” e, una volta eseguiti i lavori di sistemazione, ridistribuire uniformemente il suolo, per evitare stentati avvii di vegetazione e lenti sviluppi, tali a volte da richiedere costosi interventi agronomici di sostegno e pesanti sacrifici produttivi e qualitativi. Una volta sistemata la superficie in modo definitivo, devono essere evitate lavorazioni profonde, tipo il tradizionale scasso a 80-100 cm, che inevitabilmente riporterebbe in superficie terreno poco evoluto e poco fertile. È invece da preferire una ripuntatura a 100 cm di profondità, eseguita ogni 2-3 m ed in modo ortogonale (in pratica, a croce) seguita, nel caso vi sia da interrare della sostanza organica, da un’aratura superficiale (40 cm) o da una zappettatura; altrimenti può esser sufficiente, soprattutto nei terreni di medio impasto, far seguire alla ripuntatura una erpicatura. Ciò consentirà di conservare il più possibile l’autenticità del suolo con tutti i suoi vantaggi.

Analisi chimico-fisica del suolo

È di fondamentale supporto per ottimizzare la scelta del portainnesto e per la verifica del livello e del reciproco equilibrio tra gli elementi minerali (ad es. il rapporto tra Magnesio e Potassio, espresso in meq/100 g, deve corrispondere a valori prossimi a 5). Prima di procedere alla sistemazione definitiva del suolo (aratura ed erpicatura), distribuire gli elementi fertilizzanti necessari e poco mobili tipo Potassio, Fosforo e Magnesio. In presenza di un terreno omogeneo, è sufficiente far eseguire una determinazione chimica per ogni ettaro di superficie, prelevando il campione ad una profondità compresa tra 5 e 40 cm circa. In presenza di terreno povero di sostanza organica o intensamente rimaneggiato, è sempre consigliabile l’apporto di letame maturo (dalle 40 t/ha alle 100 t/ha nei casi di maggior necessità).

Lotta all’erosione e drenaggio

La vite soffre in modo evidente dell’eccesso di umidità nel suolo; gli interventi che permettono un rapido smaltimento dell’acqua in esubero consentono di ridurre o impedire i fenomeni di erosione e contemporaneamente creano un ambiente ipogeo maggiormente adatto all’attività radicale. Per i terreni di collina diventa allora prioritaria la semina e/o la conservazione del cotico erboso che impedisce il ruscellamento superficiale dell’acqua cui si accompagna il trasporto delle particelle terrose; si evita, inoltre, l’eccesso di umidità dei punti di accumulo dell’acqua. A questo fine, i filari devono avere però una giusta lunghezza (max 80-100 m) e una giusta pendenza. Per i terreni di pianura sono indispensabili le sistemazioni idrauliche tradizionali (baulature e scoline), oppure i più moderni sistemi di drenaggio tubolare sotterraneo, preceduti da un livellamento della superficie; impianto di drenaggio che permette di ridurre le zone improduttive e di utilizzare il sistema per interventi irrigui di soccorso (subirrigazione)

 

 

olivo mignolone vivai spallacci flavio

ORIGINE E CENNI STORICI

Il Mignolone è un genotipo individuato nell’area di Cingoli (MC). Presenta dei caratteri simili alle varietà Mignola e Orbetana, ma risulta geneticamente diverso da qualsiasi altra varietà. Le analisi genetiche relative al confronto con Mignola e Orbetana per 10 SSR confermano che risulta molto simile ad entrambe e che uno dei due parentali potrebbe essere Orbetana, ad eccezione di 1 allele su 20. L’Accessione “Mignolone - OLVIVA-MA02” con stato sanitario virusesente è registrata nel Sistema Nazionale di Certificazione ai sensi del DM 20/11/2006. La presenza sembra risalire al 1829 quando Papa Pio VIII, nativo di Cingoli, accordò un premio a chi avesse arricchito lo stato di nuove piantagioni di olivi. Le dimensioni di chioma e tronco del Mignolone risultano infatti analoghe a piante probabilmente coetanee di Orbetana e Mignola. All’epoca le piante venivano propagate principalmente tramite ovoli o polloni radicati; la cosa potrebbe spiegare la diffusione sporadica a partire da un solo capostipite, sicuramente apprezzato a quel tempo, originato per incrocio spontaneo tra Mignola ed Orbetana. La presenza sporadica di piante storiche nel territorio di Cingoli lascia ipotizzare che fosse utilizzato come impollinatore. Il nome Mignolone è stato attribuito a fine anni ‘90, in quanto il genotipo è associato alla varietà Mignola, di cui ripete alcuni caratteri morfologici, ma con un frutto più grosso, e all’Orbetana, di cui ripete alcuni caratteri produttivi.

AREA DI DIFFUSIONE

Marche, nelle zone interne della Provincia di Macerata. Il Mignolone è presente in maniera sporadica nell’areale di Cingoli, ad altitudini tra i 300 e i 500 m s.l.m., in particolare a Troviggiano di Cingoli e Grottaccia (MC). È storicamente utilizzato come impollinatore delle varietà autoctone Mignola e Orbetana, probabilmente derivato da incrocio spontaneo e propagato per ovolo.

DESCRIZIONE MORFOLOGICA ALBERO

Vigoria elevata, portamento espanso, densità della chioma media

FOGLIA

Forma ellittico-lanceolata, curvatura longitudinale iponastica, dimensione media (lunghezza media, larghezza media), colore pagina superiore verde scuro

INFIORESCENZA Infiorescenza lunga, con numero di fiori medio

DRUPA

Colore nero a maturazione, epoca di invaiatura media; forma allungata, leggermente asimmetrica, posizione diametro massimo centrale, apice appuntito, umbone assente, base troncata, peso medio, lenticelle rare, di piccole dimensioni

COMPORTAMENTO AGRONOMICO E CARATTERISTICHE TECNOLOGICHE ED ORGANOLETTICHE DEL PRODOTTO

Rifugge climi freddi e/o umidi e terreni argillosi; necessita di concimazione azotata annuale, fosfo-potassica periodica, in base alla dotazione del terreno; si avvantaggia di sostanza organica. Richiede potatura razionale annuale, possibilmente a vaso policonico.

Richiede una razionale difesa fitosanitaria, nei confronti dei principali fitofagi e patogeni.

Epoca ottimale di raccolta: seconda metà di ottobre - prima metà di novembre

Olio di buona qualità con le seguenti caratteristiche:

• contenuto in acido oleico medio, con un medio rapporto insaturi/saturi;

• contenuto in polifenoli elevato;

• caratteristiche sensoriali: fruttato medio, verde, con sentori di carciofo e mandorla; note di amaro e piccante di media intensità.

UTILIZZI GASTRONOMICI

Varietà da olio. Ipotizzabile un eventuale consumo anche come oliva da tavola.

 
Vivaio: Loc. PIanaccio di Mondavio (PU)  -  Flavio: 333.9725766 - Davide: 338.8886651
 
Il vivaio è aperto dal lunedi al sabato, dalle ore 8.00 alle 12.00 dalle 14.00 alle 18.00 - sabato pomeriggio su appuntameno !
 
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