melo fragola cenni storici

Si tratta di un unico esemplare di pianta madre rinvenuto in località Montegallo di Ascoli Piceno. Con tale denominazione locale, che testimonia una certa somiglianza con la Mela “Rosa” tipica, non si riscontrano altri esemplari nel territorio marchigiano. In effetti la Mela “Rosa Fragola” presenta similitudini con la mela Rosa, solo per quanto riguarda la forma del frutto (appiattito, asimmetrico nei profili), mentre presenta una diversa colorazione della buccia (rosso striato intenso, su fondo verde chiaro), da cui probabilmente deriva la denominazione locale di “Rosa Fragola”. Non si riscontrano altresì citazioni storiche che ne testimonino una eventuale antica presenza sul territorio, né notizie storiche sulla sua utilizzazione. La caratterizzazione varietale, sotto il profilo genetico, è inoltre da accertare.

CONSERVAZIONE E TIPO DI UTILIZZAZIONE

La “Mela Fragola” è ottima da consumare fresca, specialmente dopo lunga conservazione in luoghi idonei, i tradizionali “fruttai” (all’aperto nei pagliai e nei fienili o, addirittura, riposta in cesti posizionati sulle biforcazioni dei rami degli alberi). Alla raccolta infatti, i frutti presentano una polpa fibrosa e complessivamente di gusto non eccezionale, ma che migliora sensibilmente durante la conservazione, specialmente se questa avviene in ambiente naturale. In frigorifero invece la consistenza della polpa evolve al farinoso, ossida e soffre di riscaldo interno. Non risultano notizie storiche circa la sua utilizzazione gastronomica. L’accessione ha innanzitutto valore per “l’unicità” del prodotto e presenta buone possibilità di ulteriore valorizzazione perchè può costituire un valida diversificazione tipologica nell’assortimento pomologico del frutteto di mele antiche.