vendita piante di cachi

Come coltivare il Caco in agricoltura biologica

Il caco è una pianta da frutto che produce frutti noti per il loro sapore dolce e la consistenza simile a quella del gelatino. Ecco alcune informazioni sulla coltivazione della pianta di caco:

  1. Scelta del terreno: I cachi crescono meglio in terreni ben drenati e ricchi di sostanza organica. Assicurati che il terreno abbia un pH compreso tra 6 e 7.

  2. Posizionamento: Scegli un luogo soleggiato per piantare il caco. La pianta ha bisogno di molta luce solare per prosperare.

  3. Piantumazione: Pianta i cachi in primavera o in autunno. Scava un buco abbastanza grande da contenere le radici e posiziona la pianta in modo che sia a livello del terreno circostante. Spaziare le piante di caco a una distanza di circa 4-5 metri l'una dall'altra.

  4. Irrigazione: Mantieni il terreno costantemente umido, ma non allagato. I cachi richiedono un'irrigazione regolare, specialmente durante i periodi secchi.

  5. Fertilizzazione: Nutri le piante di caco con un fertilizzante bio equilibrato durante la stagione di crescita, solitamente in primavera e inizio estate.

  6. Potatura: La potatura può aiutare a mantenere la forma della pianta e a rimuovere i rami danneggiati o malati. Effettua la potatura in inverno o all'inizio della primavera.

  7. Protezione dai parassiti e dalle malattie: Monitora le piante per parassiti e malattie. Puoi utilizzare metodi di controllo biologico se necessario.

  8. Raccolta dei frutti: I cachi sono pronti per la raccolta quando diventano morbidi e assumono un colore arancione brillante. Solitamente, la raccolta avviene in autunno.

  9. Conservazione: I cachi sono molto delicati e possono ammaccarsi facilmente. Puoi conservarli a temperatura ambiente fino a quando sono maturi, poi refrigerarli per prolungare la freschezza.

Ricorda che le istruzioni esatte per la coltivazione dei cachi possono variare leggermente in base al clima e al tipo di caco che stai coltivando. Assicurati di fare ricerche specifiche sulla varietà di caco che hai scelto e sulle condizioni locali per ottenere i migliori risultati.

DENSITA’ DI IMPIANTO E FORME DI ALLEVAMENTO
Le forme di allevamento adottabili per il kaki sono essenzialmente due : il vaso ritardato e la palmetta mentre la forma a
piramide o a vaso alto che caratterizzano la coltura del kaki in tutta Italia va abbandonata per l’alto costo sia in
manodopera che in macchinari richiesti.

VASO BASSO: si deve intendere vaso ritardato o vaso basso; in ogni caso si parla di una pianta con quattro o cinque
branche che partono da 50-60 cm. da terra e consentono la gestione di tutte le operazioni da terra. Questa forma è
sicuramente da consigliare per il kaki come per molte altre speci da frutto in quanto è la forma che assicura una ottima
intercettazione della luce ed un ottima uniformità di maturazione della frutta. La formazione deve avvenire solamente
con l’utilizzo delle forbici per una economia di gestione senza dare troppa importanza alla estetica della forma.

PALMETTA
: la palmetta regolare rimane una forma valida per le aziende che siano dotate di manod’opera familiare,
che possiedono carri raccolta anche per altri tipi di frutta o dove si temano problemi di freddo e quindi la parte alta della
pianta può offrire maggiori possibilità di sfuggire alle gelate tardive.

alberi di kaki

 

Lavori all’impianto
Nel caso di nuovi impianti le prime operazioni da eseguire, solo se necessarie, sono lo spietramento e il
livellamento. Nelle aree collinari, dove sono elevati i rischi di erosione è importante la predisposizione di
un’adeguata sistemazione in funzione del tipo di gestione del suolo.
I lavori d’impianto propriamente detto iniziano con lo scasso, con un’aratura relativamente profonda (0,60-
0,80 m). Lo scasso classico con aratro rivoltatore può essere sostituito con un passaggio a croce di un ripper
(aratro ripuntatore) alla profondità di 70 - 100 cm, al fine di evitare di portare in profondità lo strato attivo
del terreno; successivamente è opportuno affinare il terreno, per una profondità di 35 – 45 cm, con
attrezzature meccaniche più leggere (es. erpice a dischi). Sia nel caso dello scasso che della ripuntatura
vanno eliminate con la massima cura le radici della coltura precedente.
L'epoca migliore per l’esecuzione dello scasso, soprattutto in terreni compatti, è l'estate, al massimo inizio
autunno. Con lo scasso si esegue la concimazione di fondo. Eseguito lo scasso devono essere preparati gli
appezzamenti. E’ preferibile, quando è possibile, mettere a dimora le piante in autunno inoltrato – inizio
inverno, perché diminuisce lo stress da trapianto. Quando il trapianto si esegue a fine inverno o in primavera,
può essere necessario irrigare le piantine in rapporto all'andamento stagionale.

I PRODOTTI PER L’AMMENDAMENTO E LA CONCIMAZIONE UTILIZZABILI PER IL KAKI
BIOLOGICO

AMMENDANTI:
- Letame bovino; rimane sempre il migliore ammendante che si possa trovare; è importante che sia ben maturo e che
contenga un adeguato contenuto di paglia affinché la sostanza organica sia stabile nel tempo


- Letame di fungaia: può essere una buona alternativa al letame bovino allorché questo sia di difficile reperibilità
oppure di costo eccessivo; deriva dalla dalle balle esauste della coltivazione dei funghi commestibili ed è composto
normalmente di letame di cavallo, pollina e paglia. Il costo è contenuto in quanto si paga, di norma, solo il trasporto in
azienda in quanto si tratta di materiale di scarto a costo zero; la reperibilità è buona nelle zone dove si coltivano i
funghi.


- Compost: è un prodotto che viene ottenuto dal compostaggio di sostanze organiche varie; in Italia iniziano a produrre
questo tipo di materiale diversi centri di compostaggio che utilizzano gli scarti del verde urbano (sfalci dell’erba, residui
di potature), gli scarti della lavorazione delle industrie agroalimentari (raspi e vinacce, sanse esauste delle olive, scarti
delle distillerie ecc.), sostanze organiche varie ottenute dalla raccolta differenziata della città ecc; queste sostanze,
purché siano opportunamente mescolate e con appropriate metodologia di compostaggio possono dare origine a prodotti
di grande interesse per l’agricoltura e per quella biologica in particolare.


Ammendanti commerciali: vengono citati solo per sconsigliarne l’uso in quanto le dosi consigliate normalmente (dai
10 ai 20 quintali) non hanno alcuno effetto ammendante (mentre la distribuzione di dosi adatte all’effetto ammendate
(oltre i 100 quintali) ne rendono proibitivo il costo. Al massimo possono venire usati al momento dell’impianto e,
quindi, in modo localizzato per favorire l’attecchimento delle piante


CONCIMI:

- Pollina: è il più utilizzato prodotto azotato in frutticoltura; presenta di norma un contenuto di azoto variabile dal 3% al
4% e questo azoto è a pronta cessione quindi rapidamente utilizzabile dalle piante. Si consigliano le polline compostate
anzichè quelle disidratate o essiccate in quanto hanno meno effetto fitotossico per le radici ed una liberazione di azoto
un po' più lenta e quindi più assorbibile dalla pianta. Possiede anche un buon contenuto in fosforo.


- Sangue secco: è un ottimo concime azotato ma dal costo proibitivo almeno in frutticoltura; un eventuale impiego
potrebbe essere possibile in fertirrigazione con impianti microirrigui a patto che si riesca a superare il problema della
non perfetta solubilità e, quindi, la compatibilità con l’impianto irriguo stesso.


- Ammendanti commerciali: a dispetto del nome possono venire utilizzati come concimi a patto che vengano
localizzati nella zona interessata dalle radici e che questa venga lavorata; infatti di norma posseggono un C/N piuttosto
basso che li rende estremamente mineralizzabili in condizioni di arieggiamento e di umidità del terreno.

CONCIMAZIONE DI IMPIANTO

- Sostanza organica: la concimazione di impianto del pereto prevede in primo luogo un arricchimento del suolo stesso
di sostanza organica e vanno usati gli ammendanti sopra citati al momento della preparazione del terreno; è molto
importante sottolineare che fin dal primo anno le lavorazioni del terreno vanno limitate per non perdere la stragrande
maggioranza dell’humus che apportiamo. Può essere opportuno dividere i quantitativi da somministrare all’impianto in
due momenti: il primo prima dell’aratura che, tuttavia, non deve essere più profonda di 35-40 cm. per portare la s.o. in
profondità e la seconda prima della sminuzzatura finale (interramento nei primi 20 cm.) oppure alla fine del primo anno
di vegetazione. E’ di estrema importanza mantenere il più coperto possibile il terreno (inerbimento o sovescio) al fine di
minimizzare la mineralizzazione e la conseguente perdita di humus.


- Fosforo e Potassio: l’apporto di fosforo e potassio va stabilito in base all’analisi terreno ma va detto che di norma i
terreni italiani sono molto ricchi e quindi non abbisognano di questi elementi; è opportuno ricordare che l’analisi indica
il contenuto di questi elementi in forma solubile e questa è fortemente condizionata dal contenuto di sostanza organica:
se il contenuto aumenta aumenterà di conseguenza anche la dotazione di K e P solubili. In ogni caso nei terreni che lo
richiedono si può apportare (previa autorizzazione dell’organismo di controllo) di :
6 q.li /ha.solfato di potassio
6-10/q.li /ha perfosfato minerale oppure 5-6 q.li 7ha. di perfosfato triplo.


CONCIMAZIONE DI PRODUZIONE
Premesso che il kaki non è pianta particolarmente esigente in fatto di elementi nutritivi, negli impianti in produzione
possono essere opportuni i seguenti apporti:
Compost 40-60 q.li /ha. per mantenere il livello di humus nel suolo;
Pollina compostata 10-12 q.li /ha per eventuali apporti azotati che si rendessero necessari.

Difesa fitosanitaria
Cocciniglia a stella:

Ceroplastes rusci e Ceroplastes japonicus

ceroplastes rusci

Ciclo biologico:
Il Ceroplastes rusci compie 1-2 generazioni e sverna come neanide di terza età mentre C. japonicus svolge 1
sola generazione con svernamento allo stato di femmina fecondata. L’ovodeposizione comincia in aprile-maggio
e si prolunga per tutto giugno. Le neanidi nascono inmaggio e da agosto in poi. In autunno migrano sui
rametti per svernare.

Danni:
gli adulti e le neanidi infestano rametti, foglie e frutti. Con la loro azione trofica possono provocare deperimenti vegetativi.
La melata prodotta imbratta la vegetazione e, soprattutto, i frutti su cui si sviluppano abbondanti fumaggini.

Difesa fitosanitaria:
intervenire prima di rottura gemme e possibilmente dopo la potatura con olio bianco.
 

Cotonello: Pseudococcus viburni

Il Pseudococcus viburni, comunemente noto come il cocciniglia della vite, è un parassita comune che può danneggiare le piante da frutto, tra cui la vite. Ecco alcune strategie di difesa biologica che puoi adottare per gestire il problema delle cocciniglie della vite in modo ecologico:

  1. Predatori naturali: Encouraga i predatori naturali delle cocciniglie, come coccinelle, crisope, e parassitoidi. Questi insetti si nutrono delle cocciniglie e possono aiutare a mantenere la loro popolazione sotto controllo.

  2. Insetti parassitoidi: Alcuni insetti parassitoidi, come Anagyrus pseudococci e Leptomastix dactylopii, si nutrono delle cocciniglie e possono essere utilizzati come agenti di controllo biologico.

  3. Oli neem e sapone insetticida: Gli oli neem e i saponi insetticidi sono trattamenti biologici che possono essere utilizzati per soffocare le cocciniglie adulte. Assicurati di seguire le istruzioni del produttore.

  4. Controllo delle formiche: Le formiche possono proteggere le cocciniglie dalle predazioni naturali. Pertanto, il controllo delle formiche intorno alle tue piante può contribuire a ridurre la presenza delle cocciniglie.

  5. Trappole cromotropiche: Queste trappole utilizzano colori attraenti per catturare le cocciniglie maschili e ridurre la loro popolazione.

  6. Potatura: La potatura regolare delle parti delle piante infestate può contribuire a ridurre la presenza delle cocciniglie.

  7. Monitoraggio costante: Ispeziona regolarmente le tue piante per individuare tempestivamente la presenza di cocciniglie. Più presto intervieni, migliori saranno i risultati.

  8. Rotazione delle colture: Se possibile, pratica la rotazione delle colture per interrompere il ciclo di vita delle cocciniglie e ridurne l'infestazione nel lungo termine.

  9. Consulenza professionale: In caso di infestazioni gravi o persistenti, potrebbe essere utile rivolgersi a un esperto agricolo o a un entomologo per consigli specifici sulla gestione delle cocciniglie.

Le strategie di difesa biologica sono solitamente più sicure per l'ambiente e meno dannose per gli organismi non bersaglio rispetto agli insetticidi chimici. Tuttavia, è importante seguire attentamente le istruzioni e adottare un approccio olistico alla gestione delle cocciniglie per ottenere i migliori risultati.


La Ceratitis capitata, nota anche come la mosca della frutta del Mediterraneo o mosca dell'olivo, è un parassita delle piante da frutto che può causare gravi danni alle colture. Per gestire questa infestazione in modo ecologico, puoi adottare diverse strategie di difesa biologica:

  1. Trappole a feromoni: Utilizza trappole a feromoni specifici per la Ceratitis capitata per catturare le mosche maschili e ridurre la loro capacità di accoppiamento. Questo può aiutare a ridurre la popolazione.

  2. Insetti sterili: L'uso di maschi sterili irradiati è una tecnica di controllo biologico che può essere efficace. Gli insetti sterili vengono rilasciati nell'ambiente per competere con gli insetti selvatici nella ricerca di partner, riducendo così la capacità riproduttiva della popolazione di mosche.

  3. Nematodi entomopatogeni: Alcuni nematodi entomopatogeni possono infettare le larve della mosca della frutta nel terreno. Questa è un'opzione biologica per il controllo delle larve.

  4. Pesciolini d'argento: Alcuni pesciolini d'argento, come il Metaphycus helvolus, sono parassitoidi delle larve della Ceratitis capitata. Possono essere utilizzati per controllare la popolazione di mosche.

  5. Coltivazione di piante ospiti alternative: Riduci la disponibilità di piante ospiti per le mosche piantando altre specie di piante in modo che le mosche non possano riprodursi facilmente.

  6. Raccolta tempestiva dei frutti caduti: Raccogli tempestivamente i frutti caduti per evitare che le larve delle mosche si sviluppino nel terreno circostante.

  7. Monitoraggio costante: Controlla regolarmente le tue colture per individuare tempestivamente la presenza delle mosche e adotta misure preventive o correttive quando necessario.

  8. Consulenza professionale: In caso di infestazioni gravi, è consigliabile consultare un esperto agricolo o un entomologo per ricevere consigli specifici sulla gestione della Ceratitis capitata.

La gestione della Ceratitis capitata può essere complessa, ma utilizzando una combinazione di strategie di difesa biologica è possibile ridurre l'impatto di questa mosca delle frutta sulle colture in modo sostenibile ed ecologico.